giovedì 25 agosto 2011

Harley Benton GA15 recensione


Salve a tutti, oggi parleremo dell'Harley Benton GA15. Questo amplificatore prodotto da thomann.de attraverso il suo marchio Harley Benton è un piccolo combo valvolare mono canale in classe A; le caratteristiche salienti sono:


Potenza 15W

Equalizzatore a 3 bande

Send/Return

Uscite cassa 4/8/16 ohm

Uscita diretta per mixer

Uscita cuffie

Preamp 2x ECC83

Finale 2 x EL84


Come è fatto: il prezzo è basso, trattandosi di un valvolare, inizialmente mi ha fatto un po' titubare sull'acquisto, poi alla fine mi sono deciso. Come mi aspettavo i punti in cui si è risparmiato sono le valvole e in parte il cono, la circuitazione interna non è male ed è assemblato nello stesso stabilimento dell'Epiphone Valve Junior, i condensatori sono i classici da 85° con tolleranze del 10%, il trasformatore di uscita è affidabile e dimensionato e non tende a scaldare, il trasformatore di alimentazione al contrario è sfruttato male a causa di una progettazione per 220V e non 230V ma è comunque affidabile e non crea problemi ma tende a riscaldare un po'. Gli zoccoli delle valvole sono saldati accuratamente sulla PCB e sono della Beltone come i copri valvole e i ferma valvole. Le valvole sono tutte prodotte in Cina, sulle preamplificatrici non è presente nessun logo sulle finali invece troviamo il logo della Goldenlion. A causa di un bias troppo elevato le finali, purtroppo, tendono a consumarsi molto velocemente ma apportando delle piccole modifiche è possibile risolvere questo problema e settare un bias più ragionevole che ci permette di usare anche valvole NOS. Il cono da 10” e 8ohm di impedenza tende a gracchiare quando su usano dei fuzz o quando mettiamo al massimo il volume, ma è di facile sostituzione.



Come suona: il suono è molto caldo, l'equalizzatore lavora molto bene e la soglia del pulito è a ore 2 del pot del volume, dopo di chè andiamo in un crunch dolce dato dalle finali. Per ottenere sonorità più dure è necessario sostituire la prima valvola di pre con una ECC82 o una ECC81. Il send/return è molto silenzioso è molto versatile, digerendo bene chorus, delay e persino i trebleboost. Per quanto concerne il cono, come già detto soffre ad alti volumi ma se ci teniamo su ore 12 fa il suo porco lavoro ma se si vuole sentire appieno la potenza consiglio vivamente una cassa 2 x 12” o una 4x12” i risultati sono sorprendenti, è in grado di coprire perfettamente la batteria, anche su ritmi molto sostenuti come speed metal.

L'uscita per le cuffie fa il suo dovere ma non è presente la simulazione della cassa quindi è un po' limitata e poco realistica, stesso limite dell'uscita directl ine.


Solidità e durabilità: Possiedo questo amplificatore da 1 anno ormai e ne ha viste di tutti i colori, modifiche, botte, colpi e addirittura un fulmine ma lui è sempre li che suona senza problemi.


Modifiche apportate: ho apportato alcune modifiche, per rimuovere il fruscio che si avverte con l'aumentare del volume, per sistemare il bias delle finali ed altri accorgimenti come una levetta per il distorto e una manopola per il gain.


Conclusioni: consiglio vivamente l'acquisto di questo amplificatore che con una modica spesa in componentistica può diventare molto versatile ed un fedele compagno di suonate, tenendo conto poi del prezzo...


Ps

Per chi fosse interessato alle modifiche mi può contattare clickando qua o lasciandomi la sua mail nei commenti.

giovedì 4 agosto 2011

COME MIGLIORARE I PICCOLI AMPLIFICATORI VALVOLARE ECONOMICI


Questo articolo è il primo a trattare un argomento tecnico in particolar modo come migliorare i vari amplificatori valvolare di fascia bassa e medio bassa per farli diventare più preformanti, stabili e sicuri nel tempo.


Da alcuni anni a questa parte sono apparsi sul marcato diversi amplificatori valvolari con potenze ridotte e dal costo estremamente contenuto, i produttori sono tra i più svariati, Epiphone, VHT, Fender, Ibanez, Harley Benton per citarne alcuni. Queste piccole “scatole” per lo più hanno potenze nell'ordine di 5Watt rms e montano al loro interno, in genere, una ECC83 per quanto riguarda il pre e una EL84 come valvola finale. Sono costruiti con pcb e componentistica a malapena sufficiente per mantenere i costi molto bassi ed è proprio qui che si può intervenire per migliorare la situazione.

Le operazioni da eseguire sono relativamente semplici e alla portata di tutti sia in termini di costi che di competenze tecniche.

Una prima marcia in più la da il rivalvolare, ossia sostituire le valvole, perchè in genere vengono montate valvole di scarsa qualità, la scelta delle valvole è soggettiva non esiste una marca migliore o peggiore perchè ogni marca ha un impostazione sonora diversa ed un metodo produttivo diverso su internet si trovano, con semplici ricerche, diversi pareri.

Una seconda operazione molto importante è quella di sostituire tutti i condensatori elettrolitici, in genere gli amplificatori di questa fascia montano condensatori che supportano massimo temperature di 85°C che vengono raggiunte abbastanza facilmente all'interno delle testate e ancor di più vicino agli zoccoli delle valvole; quindi è meglio sostituirli con condensatori uguali, quindi stessa capacità e tensione di lavoro uguale o superiore, ma che tollerino temperature di 105°C. Con questa operazione si raggiunge una maggiore efficienza in termini operativi e diminuiscono sensibilmente le fumate bianche. In media questa operazione costa meno di 15€.

Dal punto di vista pratico per eseguire questa operazione basta saper saldare, dissaldare e risaldare i vari componenti rispettando le polarità.


Per aggiungere caratteristiche e controlli, sono disponibili su ebay, ad esempio, diversi kit di modifica che aggiungono equalizzatori, possibilità di passare dal pulito al distorto, ridurre i fruscii ed altro ancora.


Per maggiori informazioni, schemi, info, consigli e suggerimenti lasciatemi un commento e vi risponderò al più presto



mercoledì 13 luglio 2011

Morley Classic Wah CLW recensione





Si tratta di un pedale wah. Non è complicato. C'è un interruttore e un pedale. Oltre a quello, questo è un pedale ottico quindi non c'è alcun tipo di usura, a differenza del Crybaby. La facilità di utilizzo è assoluta, come ci si aspetterebbe da qualsiasi wah - collegarlo e andare avanti con lui. L'accesso della batteria è ben progettato e facilmente raggiungibile, se ci si dimentica di sostituira e si scarica, si potrebbe sostituire a metà del concerto, senza alcun problema reale, come tutti i pedali è possibile usare anche un alimentatore esterno

L'unico piccolo problema è la vicinanza dei controlli del pedale. Questi sono fissati abbastanza vicini, e se come me avete i piedi grandi si può facilmente spegnere durante l'utilizzo. Tuttavia, con un po 'di pratica si evita agevolmente il problema. In effetti, tendo a essere molto pigro e mantenere lo stesso livello: se voglio usare wah, quindi preferisco che sia un wah forte e rumoroso.


Affidabilità e durata: inserzioni Morley di solito ti dicono di comprare uno . Questo pedale sembra che sia a prova di bomba. Corpo in acciaio pesante con un ottimo footgrip gommati, bulloni pesanti, perno e ben fatto punti di fissaggio su entrambi i lati. Sembra come se possa cadere una casa su di esso e poi portarla ad un concerto, ed è stata messa a dura prova.

Impressione: Un pedale wah autonomo non è per tutti. Mi piace perché è impossibile giocare a cose come Hendrix e G'N'R senza, e io non credo che il multi-FX equivalenti danno proprio la stessa gamma - sono progettati per essere una moltitudine di cose, e questo tende a dire che non riesco a corrispondere fino ad un wah appositamente progettato. Preferisco questo al Crybaby ho provato semplicemente perché il Morley è solido come una roccia. Calci, tonfo esso, buttare fuori gli edifici, a prescindere. Come un affidabile, facile da usare wah per gigging serio, questo è l'ideale fino a quando non stub la punta del piede. Se avete bisogno di una cosa del genere, un Morley sarebbe un buon investimento;? Se non perché stiate ancora leggendo

domenica 10 luglio 2011

Behringer VM1 Vintage Time Macchine


Oggi parleremo del VM1 Vintage Time Machine. Un delay analogico da 550ms che si pone l'obbiettivo di restituire il suono delle macchine echo a nastro popolari negli anni '70. Tra gli effetti che questo pedale può creare ci sono delay, echo, chorus e vibrato. I controlli disponibili sono invece: effect mix, feedback, delay time e chorus/vibrato selezionabile con profondità variabile.
Un controllo Input Level con LED Overload e foot-switch true bypass assicurano la fedeltà e integrità del segnale. Tra le altre caratteristiche di questo pedale ci sono i LED super-bright, chassis completamente in metallo rinforzato e alimentatore PSU-SB DC esterno incluso.



Caratteristiche
Delay analogico fino a 550ms
Sonorità tape echo machine
Delay, Echo, Chorus e Vibrato
Controlli Input Level, Mix, Feedback, Delay e Chorus / Vibrato
LED Overload e Effect Status
True bypass footswitch
Input, Direct Out e Effect Out 1/4" jack
Alimentatori esterno PSU-SB DC incluso

Sulla carta si tratta di un clone del memory man deluxe prima edizzione, ma in sostanza la pasta sonora è un po' più fredda e l'auto osclillazione si presenta in modo dirompente subito dopo il superamento del valore 6 del pot del feedback.
C'è da dire che comunque quando si scheglie un delay analogico si è anche alla ricerca del fenomeno di auto oscillazione; in questo pedale però non è cristallina e tende a distorcere quasi subito.
Una cosa che mi ha lasciato piacevolmente stupito è stata che questo pedale non è una simulazione analogica ma bensì un reale effetto analogico infatti alcuni pedali deffiniti delay analogici effettuano una conversione analogico/digitale in ingresso e digitale/analogico in uscita.
Apparte qualche problema dovuto al poco feedback a dispsosizione questo pedale è ottimo e nella fascia di prezzo in cui si colloca non ha rivali sia per materiali costruttici che per pasta sonora, in più viene venduto con il proprio alimentatore, fattore che mi ha spinto ulteriormente all'acquisto e inserirlo nella mia catena effetti.
Personalmente lo inserisco nel send-return della mia testata assieme ad un treble boots al germanio che uso per dare un po più di volume nei soli o per enfattizzare alcune parti ritmiche.
Tirando le somme è un ottimo pedale delay, molto silenzioso e con cui è possibile tirar fuori molte sonorità psichedeliche che ricordano il sound anni 70' dei pick floyd e altri gruppi.

mercoledì 29 giugno 2011

Boss FZ-5 Recensione


Un pedale moderno per un suono Vintage

L'FZ-5 dovrebbe ricreare le atmosfere degli anni 60 e degli anni 70 emulando, grazie alla tecnologia COSM, alcuni pedali leggendari, come il Maestro FZ-1A, il Fuzz Face ed i pedali Octavia. Ho detto che dovrebbe, poiché l'FZ-5 non fa un buon lavoro. Il suono è piuttosto digitale ed artificiale. Ma parleremo di questo successivamente. Vediamo i controlli dell'FZ-5.
Controlli

L'FZ-5 fornisce tre controlli: Level, Fuzz e Mode.
Level

Questa manopola modifica il volume dell'effetto.
Fuzz (Boost)

Ovviamente, questa manopola regola la quantità di Fuzz applicata al suono originale. Quando questo controllo è nella posizione centrale fornisce la distorsione massima del Fuzz emulato. Il valore Boost, la posizione massima, produce una distorsione maggiore del modello originale.
Mode

Con questa manopola potete scegliere il Fuzz emulato. Vediamoli.
F (Fuzz Face)

L'emulazione del Fuzz Face di Dallas-Arbiter. Questo effetto era molto famoso negli anni 60 ed era alla base del suono psichedelico tipico di quegli anni. Questo pedale è stato prodotto in vari modelli. L'FZ-5 emula il Fuzz Face con i transistor AC128 in germanio.
M (Master FZ-1A)

L'emulazione del Master FZ-1A. Questo pedale produce un suono con una grande quantità di alti. L'FZ-5 emula il Master FZ-1A con i transistor 2N2614 in germanio.
O (Octavia)

L'emulazione del Fuzz Octavia. Questo effetto aggiunge un suono un'ottava più su al suono originale. Ovviamente, questo effetto può essere usato soltanto suonando una nota alla volta.

Concludendo, questo è un pessimo pedale fuzz che sicuramente vale meno di quello che costa. Personalmente sono un po' contro i pedali digitali con più funzioni mischiate assieme e questo conferma quello che pensavo sulla tecnologia COSM di boss e sul valore dell'analogico.

sabato 18 giugno 2011

Ibanez GSR180


Salve a tutti, oggi parleremo dei un basso Ibanez molto economico, il GSR180. Questo modello non è altro che un concorrente del Jazz Bass Squire.
Per la mia piccola esperienza in campo bassistico lo ritengo un ottimo strumento da battaglia con cui farsi le ossa e i calli :).

Pro:
Il prezzo è molto ragionevole, si aggira attorno ai 150€, il peso è abbastanza contenuto e i materiali sono sufficienti. Appena arrivato a casa gli ho dato una controllata per quanto riguarda il setup generale e con mio grande stupore è bastato dare una piccolissima sistemata alla tastiera ed una veloce accordatura. Nella versione BK completamente nere, la vernice è di buona fattura e resiste bene a piccoli colpi e raschiature superficiali, caratteristica difficile da trovare in questa fascia di prezzo. Il ponte ha regolazioni indipendenti per ogni corda e sembra non essere affetto dai problemi di ossidazione riscontrati sulle chitarre della serie GIO. I due pickup sono del tipo jazzbass
e possiedono pot del volume indipendenti ma un pot comune del tono. Tutti i controlli rispondono bene e il tono agisce in modo adeguato sulle frequenze. Le chiavi per l'accordatura sono abbastanza precise e con poco gioco.

Contro:
I pickup tendono ad arrugginirsi abbastanza in fretta e le molle sono poco reattive, la schermatura di tutta la parte elettronica è scadente e soggetta ad interferenze. La vernice tende a graffiarsi con facilità e perde abbastanza velocemente la lucidità iniziale. Le corde che vengono date assieme allo strumento si ossidano abbastanza velocemente ed è consigliabile cambiarle appena possibile mantenendo però la stessa scalatura altrimenti si rischia di andare incontro a difficili problemi di setup non facilemnte risolvibili. Le corde rimangono alte e richiedono un po più di forza, i tasti si consumano abbastanza velocemente portando a problemi di intonazione. Il ponte tende a vibrare quando si slappa e quando accade tende a far scordare lo strumento. Le chiavi per l'accordatura necessitano tendono a diventare dure e richiedono di tanto in tanto un po di manutenzione.

Conclusioni:
Questo basso è un buon strumento per iniziare a suonare e per suonare in casa con piccoli amplificatori ma lo sconsiglio per esecuzioni live e in sala prove a causa dei problemi di schermatura che lo affliggono. Nel complesso il rapporto qualità prezzo vale l'acquisto tenendo presente dei difetti dovuti al prezzo. Una cosa interessante è che viene venduto con annessa custodia, cavo e brugole per le regolazioni.

venerdì 17 giugno 2011

Behringer Vintage Tube Monster - VT999


Salve a tutti, oggi voglio parlarvi del VT999, un distorsore di casa Behringer clone dell' Ibanez TK999 made in Jappan con cui condivide anche buona parte del circuito.

Questo pedale è un distorsore valvolare di buona fattura, tenendo conto del costo, ~60€. Si presenta con uno chasis in metallo abbastanza solido, che lo differisce dai classici pealini dell'omonima casa.
Le regolazioni presenti sono:
Equalizzatore a 3 bande (3 pot per Bass, Middle e Treble)
Master (controllo generale del volume)
Gain (Guadango di saturazione della valvola)
Noise Gate (E' l'apparato che ci permette di ridurre il rumore di fondo)

Questo pedale a differenza dei soliti "gioccatolini" di casa behringer è fatto molto bene e risponde sempre in modo adeguato e preciso. L'equalizzatore lavora bene e permette di modellare in modo preciso le frequenze, quindi si può passare da un suono blues caldo e formoso ad un suono graffiante metal.
La distorsione è data dalla saturazione della valvola (ecc83), purtroppo quella stock è di scarsa qualità e consiglio di cambiarla con una jj o una sovtek; giocando con le i due pot, gain e master, è possibile creare dei suoi inimagginabili, ad esempio se mettiamo il pot del master a 10 e il gain a 0, otterremo un leggerissimo overdrive, invece lavorando con entrambe le manopole si potra spazziare da un boot fino ad arrivare a sonorità che ricordano il fuzzface.

Il Noise Gate lavora bene anche grazie al pot di regolazione che si trova sul retro del pedale; ma qui c'è anche un punto dolente, all'aumentare dell'azzione del filtro il suono tende a degradarsi sembrando sempre più compresso e sguaiato, se si usano più efetti di distorsione, consiglio di metterlo per primo.
Il pedale è in oltre truebypass e nella confezione è incluso l'alimentatore, cosa rara in questa fascia di prezzo.

Concludendo posso affermare che questa piccola scatolina di metallo vale ben oltre il suo prezzo e si comporta bene quasi in tutte le situazioni, nei test è stat provata con una fender telecaster player special, Ephipone sg ghotic, Gibson 335.